Nato a Broglio, in Valle Maggia, nel 1896 e morto a Locarno nel 1952, Giuseppe Zoppi fu poeta, narratore, saggista e docente. Dopo il conseguimento della laurea in lettere all'Università di Friburgo, con una tesi sulla poesia di Francesco Chiesa, si dà all'insegnamento delle lettere al Liceo di Lugano, alla Magistrale di Locarno, dove fu anche direttore e infine al Politecnico federale di Zurigo, dove, fino alla prematura scomparsa, è titolare della cattedra di letteratura italiana.
Delle opere che compongono la sua ampia produzione letteraria si ricordano in special modo le prose de Il libro dell'alpe, divenuto immediatamente un autentico best seller nella svizzera italiana, dove viene letto in tutte le scuole, e le poesie raccolte nel volume La nuvola bianca. La critica della Svizzera italiana lo affiancò e addirittura lo contrappose spesso a Francesco Chiesa, in quanto al Libro dell'alpe, alla sua visione idilliaca della vita contadina, veniva opposto Tempo di marzo, con i ricordi d'infanzia più lombardi del Chiesa. Una contrapposizione dovuta ad una "stupida preoccupazione poetica" secondo Guido Calgari, che nel suo volume Le quattro letterature della Svizzera (Sansoni, 1968), parla di una esagerazione dei meriti del valamaggese "per bisogno di causa". Comunque, per chi volesse riscoprire il mondo di ricordi incantati e fiabeschi dello Zoppi gli archivi RSI ci vengono in aiuto con un'intervista ad Adriano Soldini, da un Radioscuola del 1986 e un'edizione, dello stesso anno, di "Fatti vostri", dove Bruna Zoppi, vedova dell'autore, ci racconta uno Zoppi meno noto, più privato. La voce dello stesso autore ci viene restituita in una curiosa registrazione di un messaggio augurale di capodanno.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.