Si dice spesso che i media stanno diventando convergenti e, cioè, che ciascun mezzo di comunicazione inglobi funzioni che prima appartenevano ad altri media. Pensiamo allo smartphone, un dispositivo attraverso cui scattiamo e ci scambiamo foto, scriviamo messaggi, controlliamo i nostri social, ascoltiamo musica, giochiamo e (tra le altre cose) telefoniamo. Un telefono che fa molto di più, insomma.
Ma la convergenza dei media è davvero solo digitale oppure usavamo media convergenti anche anni fa? E, soprattutto, quanti e quali oggetti mediali convergenti sono entrati nella nostra vita quotidiana e l’hanno cambiata, magari anche inconsapevolmente?
Questo dossier invita a condividere immagini, storie e momenti di vita trascorsi con i media convergenti. Con tecnologie mediali che sembravano il futuro obbligato e che dopo pochi anni sono scomparse (pensiamo al Cd-ROM o a piattaforme come Second Life). Oppure, al contrario, con dispositivi o abitudini di nicchia che poi sono diventate comuni (le prime comunità in rete attraverso i primi PC, lo scaricare dalla rete anche illegalmente con Napster). Queste pratiche e usi globali sono state (ri)adattate localmente, gli oggetti sono stati rinominati per essere addomesticati (vi dice niente Natel?), i nostri concetti di distanza o vicinanza sono irrimediabilmente cambiati (è più prossimo il mio vicino di casa o chi è parte della mia comunità virtuale ma vive negli Stati Uniti?).
Obiettivo è quello di costruire un deposito “virtuale” di vostre immagini di media convergenti. Vi invitiamo quindi a mandarci le vostre immagini con oggetti mediali convergenti che conservate a casa, con strumenti di comunicazione che sono entrati a far parte della vostra vita, che hanno segnato parte della vostra memoria personale, familiare o addirittura collettiva nella Svizzera italiana. A spiegarci anche perchè quell’oggetto sia, secondo voi, convergente.
Una selezione delle immagini inviate darà vita a un’esposizione vera e propria di oggetti e di fotografie personali appena le condizioni sanitarie lo consentiranno.
Questo dossier fa parte del più ampio progetto “Convergenza e distanza”, avviato dalla Facoltà di Comunicazione, cultura e società dell’USI nel 2021. Per una visione completa del progetto: com.usi.ch/progettoculturale
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.