La tipografia Agnelli di Lugano
La tipografia Agnelli di Lugano
Prodotto da Bixio Candolfi e da Eros Bellinelli, questo servizio di Gianna Paltenghi andò in onda il 9 agosto 1973 nel programma televisivo «Situazioni e testimonianze». Attiva tra il 1746 e il 1799, è una breve storia della Tipografia Agnelli attraverso le parole della direttrice della Biblioteca Cantonale Adriana Ramelli.
Organizzata dall’Istituto Bibliografico Ticinese, dall’Archivio di Stato del Cantone Ticino e della Biblioteca cantonale di Bellinzona, nel settembre del 2011 si svolse alla Biblioteca cantonale di Bellinzona una mostra intitolata: «Bibliografia ticinese. L’arte della stampa in Ticino tra ‘700 e ‘800». Nel catalogo della mostra, la tipografia Agnelli di Lugano veniva presentata con questa scheda:
Per più di mezzo secolo la “Stamperia della Suprema Superiorità Elvetica nelle Prefetture italiane”, come pomposamente gli Agnelli avevano chiesto alle autorità svizzere di chiamarsi, è stata l’unico stabilimento tipografico del territorio che corrisponde all’attuale Canton Ticino. La succursale luganese dei “regi” stampatori di Milano, fu fondata con lo scopo principale di stampare un giornale che in un territorio libero da censure fosse un’eco indisturbata degli avvenimenti politici internazionali; le Nuove diedero una fama europea alla tipografia luganese. A livello locale gli Agnelli stamparono testi scolastici ad uso delle scuole cittadine e raccolte poetiche che sottolineavano avvenimenti di casa nostra. Più importante e vasta a livello internazionale è però la produzione di libelli antigesuitici, stampati con falsi luoghi tipografici, sebbene anche “Lugano” fosse spesso usato come falso luogo, soprattutto da tipografie venete; l’intricata vicenda di queste pubblicazioni ha del paradossale: a volte leggiamo “Lugano” e dobbiamo intendere Venezia, mentre altre volte leggiamo fantasiosi toponimi quali “Cosmopoli”, “Filippopoli” o “Norimberga” e dobbiamo supporre Lugano. La fine della tipografia resta una pagina ingloriosa della storia cantonale. Infatti, a causa dello spirito cisalpino degli Agnelli, il loro stabilimento venne distrutto nei moti reazionari del 29 aprile 1799; loro si salvarono con la fuga, mentre l’Abate Giuseppe Vanelli, redattore della Gazzetta, fu ucciso ai piedi dell’albero della libertà.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.