Percorsi dell’Ottocento: 8 — La stampa in Ticino. Seconda parte
Percorsi dell’Ottocento: 8 — La stampa in Ticino. Seconda parte
Ottavo episodio di una serie di quindici servizi dedicati all’Ottocento ticinese, questo servizio di Gianni Padlina, Patrizio Malaguerra e Mario Realini andò in onda il primo gennaio 2004 nel programma televisivo «Il Quotidiano» ed è la seconda parte delle due dedicate alla stampa in Ticino. L’intera serie delle quindici puntata era stata progettata per ricordare i duecento anni dall’Atto di Mediazione, cioè a dire la risoluzione con la quale Napoleone Bonaparte attribuì, il 19 febbraio 1803, alla Svizzera una nuova Costituzione di stampo maggiormente federalistico e dunque con maggiori poteri attribuiti ai Cantoni, occasionando in tal modo anche la nascita del Canton Ticino, assieme con Argovia, Turgovia, Vaud, San Gallo e Grigioni.
In questo settimo episodio del ciclo, lo storico Marco Marcacci, ricorda come, nell’Ottocento, i giornali ticinesi dell’Ottocento non brillavano certamente per oggettività e pacatezza: sovente le pubblicazioni dell’epoca erano dominate dallo scontro duro tra i partiti, supportato da toni polemici ed enfatici. Gli scritti non sono opera di giornalisti, ma di uomini politici che esprimevano le proprie convinzioni. Bisognerà quindi attendere diversi anni, fino all’avvento della figura del giornalista, prima di assistere ad un miglioramento qualitativo della stampa nella Svizzera italiana.
Sulla stampa nell’Ottocento è indispensabile la lettura di «Giornalisti, editori, esuli» di Fabrizio Mena, saggio disponibile nel volume L’Ottocento della Storia del Cantone Ticino (Bellinzona, 1998) curata da Raffaello Ceschi. Mena è anche autore di «Censura e libertà di stampa nel Ticino della prima metà dell’Ottocento», pubblicato nell’Archivio storico ticinese N. 98-99, anno 25, giugno-settembre 1984.
Ancora di Fabrizio Mena è l’ampio paragrafo dedicato alla Svizzera italiana che si legge alla voce «Stampa» del «Dizionario Storico della Svizzera».
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.