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Dal Ticino per Blasco

1 luglio 2017
RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana

L'idea, di quelle che vengono all'improvviso e che prendono forma, come direbbe Vasco come le canzoni, è stata di Robin Brentini, originario di Minusio ma da dieci anni in Sudamerica. Ritrovarsi con gli amici dell'infanzia e con quelli trovati più recentemente, scegliendo uno scenario unico, la grande festa per i quarant'anni di un musicista amatissimo anche in Ticino.

Il "Komandante" ha deciso di celebrare alla grande, con un concerto da record, 220.000 persone al parco Enzo Ferrari, un'occasione da non perdere. Uno dietro l'altro, si è arrivati a undici, una squadra di calcio, pronta a condividere un fine settimana irripetibile. Un'impresa non così facile perché la metà del "team" oggi vive fuori dal Ticino, chi in Sudamerica, chi a Panama, chi a Zurigo.

"Vasco è stato un bellissimo pretesto, il motivo di fondo è il legame che ci lega e la voglia di ripercorrere tanti anni di amicizia vissuti con la colonna sonora delle sue canzoni". Lugano, Chiasso e poi via verso Milano, l'Autostrada del Sole e, infine, Modena. Il parcheggio, la lunga camminata, l'attesa che inizia quando il sole ancora batte forte, la sensazione palpabile di far parte della storia. Con più di 170 canzoni alle spalle, dagli esordi con i discorsi inopportuni di Alfredo, fino ad oggi, con una forma che ti sorprende e sembra far a pugni con la carta d'identità.

Dal Blasco fanno capolinea almeno quattro generazioni che si mescolano in un tripudio che dura tre ore e mezza. Ci sono i ragazzini di sedici anni che sanno a memoria le canzoni della fine degli anni Settanta e i cinquantenni che ballano con Rewind. Roberto "Nene" Zanchi ama soprattutto la prima fase di Vasco e si commuove quando vedo sul palco Maurizio Solieri. "Hanno fatto bene ad esserci, tutti quelli che sono stati con lui, il giusto riconoscimento reciproco a tanta musica creata insieme". C'è chi come Gionata Cipolla l'ha già visto una ventina di volte. "Bellinzona, due volte Zurigo, San Siro; ogni volta è come la prima volta e torno a casa con la pelle d'oca!". Si scivola via fino al tripudio finale, Albachiara e i fuochi d'artificio a scaldare una notte che non finirà mai.

Vasco parla poco tra una canzone e l'altra, ma un paio di messaggi li ha voluti dare ed è Gian Paolo Minelli a ricordarli sul pullmino nella via del ritorno. "Ci ha detto chiaramente che l'amore è più importante della paura e che la vita va presa intensamente, che dobbiamo creare ricordi e non rimpianti. Questo viaggio, questo concerto vissuto così intensamente è la dimostrazione; sono la carica necessaria per andare avanti".

Emiliano Guanella

Il video e il testo di Emiliano Guanella sono stati pubblicati il 3 luglio 2017 dalla redazione dell'Informazione online della RSI nel sezione Oltre la News.

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3 luglio 2017
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