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(...segue) la lettura della storia

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Rolando Dadò

… e Lavizzara, che le gride, che faranno pubblicare, anche se non riservate, non possano essere in alcun tempo di pregiudizio dei nostri diritti e privilegi e di poter, con le nostre patentine andare sul milanese a levare (comperare) grano a nostro beneplacido (favore n.p.).

57.- Anno 1625. Sentenza sindicatoria (di chiarimento specifico) di come si possa fare istrumento di censo e ricavo per affitti, conforme alla bolla Papale e che gli strumenti dove si fa pegno, siano rogati da notabili giurati e non da private persone.

58.- Anno 1660. Un ordine del Canton Uri che conferma i privilegi in caso di appello.

59.- Anno 1663. Consulto con gli Ambasciatori dal signor Commissario Battier per la causa del confisco di Giovanni Giacomo otton (?), dove si contiene (precisa) che i procuratori o altri agenti della Comunità pigliano (si permettono) di impugnare cause contro i decreti e come dovessero (quest’ultimi) essere castigati dai signori Commissari.

60.- Anno 1520. Conferma degli statuti, decreti e privilegi, dal lodevole Sindacato.

61.- Anno 1598. Ordine degli Ambasciatori di Baden contro i Bacciochi di Brissago e Reginaldi e il loro bando.

62.- Anno 1598. Copia del privilegio dei sette Congiudici e conferma dei privilegi. L’originale si trova nella casa a Cevio.

63.- Anno 1644. Un decreto indicante come non si sia obbligati a osservare altre feste, ma solo quelle che sono comandate da Sua Santità.

64.- Anno 1557. Osservazione (affirmazione) di alcuni ordini di come si abbiano a pagare i debiti e i creditori tirare i conti da tempo in tempo (procrastinare nel tempo il dovuto n.p.). Viene anche indicato come ereditano gli abiatici.

65.- Anno 1569. Raccolta di lettere, fedi, scritture dello Stato e ufficio del Veibel. N.B. Queste lettere non si trovano più nell’archivio. Si trovano invece solo ordini del Consiglio per l’ufficio del Veibel.

66.- Anno 1576. Accordo della Comunità con Locarno in occasione (della visita) del Commissario della sanità.

Osservazione per chi mi segue.

Mi rendo conto che il presente lavoro di lettura nella stesura e riscrittura dell’Inventario archivio di Lavizzara sia a volte pesante e non sempre suscettibile di grande interesse. In effetti la lettura dei documenti indicati è stata fatta dall’avv. Giacomo Miniami di Prato e non dal sottoscritto. Un lavoro certamente molto lungo e faticoso, ma lontano nel tempo anche per la scrittura. A noi rimane il compito storico di rendere omaggio all’autore dell’Inventario trascrivendolo al meglio, ma anche con tutte le difficoltà del caso: lettura, abbreviazioni, sottintesi, richiami, interpretazioni, manchevolezze. Nel mio lavoro di riscrittura sono a metà del lavoro. Infatti i documenti indicati sono 133. Se continuo con perseveranza è solo per facilitare la curiosità e il recupero di documenti storici da parte di entusiasti ricercatori della nostra storia. Una sana illusione la mia, certo, ma senza nulla ferire e senza pretese. Quindi vi capisco se non mi seguirete fino alla fine. Se invece fosse il caso, già vi dico grazie per la vostra curiosità, benevolenza e interesse. Bello sarebbe se un/una giovane studente/essa potesse approfondire la tematica quale esercizio linguistico e storico. Mi spiace solo che ogni volta la continuazione del dossier venga anche aggiunta alle mie altre foto e contributi di vario interesse. Una cosa che non capisco del programma, ma è certo colpa mia. Se qualcuno potesse darmi lumi in proposito è il benvenuto. Ripeto che solo con un aiuto reciproco possiamo essere utili e imparare. Vorrei terminare questo momento di … riflessione, a metà percorso, ricordando a tutti l’essenziale lettura della “Storia della Valmaggia” di monsignor Martino Signorelli di Prato, ed. Stazione SA di Locarno del 30 maggio 1972, strumento di lettura indispensabile al presente piccolo lavoro per una più precisa ambientazione storica.

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Rolando Dadò
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10 aprile 2022
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