Queste immagini sono state presentate per la prima volta durante una mostra allestita nel 2005 dal Museo del Malcantone in collaborazione con Commissione cultura del Comune di Magliaso.
Si tratta di alcune decine di lastre fotografiche risalenti agli inizi del 1900 donate al Museo: un rapido esame ha permesso di collocare le immagini a Magliaso e di attribuirne con ogni probabilità l'origine alla famiglia di Attilio Salvadè (1864 - 1930), il quale, in quel periodo, fece edificare la villa in stile ecclettico, ancora oggi esistente in via Cantonale.
I Salvadè giunsero a Magliaso fra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento da Gerono (Como), quali coloni dei Quadri. La famiglia crebbe rapidamente e molti dei suoi membri si distinsero sia in Patria che all'estero.
Attilio, emigrato a Genova, vi fondò una fiorente fabbrica di colori e fu per lunghi anni anche console svizzero nel capoluogo ligure, dove, nel 1919, si fece promotore della fondazione della Camera di commercio svizzera in Italia. Suo padre Pietro era il proprietario dell'Albergo Elvezia, demolito attorno al 1960 per ampliare la curva della strada cantonale in centro paese.
Queste immagini permettono di dare un'idea di come si presentava il comune malcantonese nei primi due decenni del Novecento, sia dal punto di vista territoriale che sociale, con lo stridente contrasto fra gli agi dei membri di una famiglia benestante in villeggiatura e alcune immagini della popolazione locale, le cui condizioni di vita si rivelano, in pochi ma significativi scatti, in tutta la loro modestia.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.