Nel 1992, Renzo Rota e Pietro Bianchi curarono la trasmissione televisiva «Ordine e disordine» un ciclo di sei puntate dedicato alla musica popolare complessivamente intitolato: «D’altri canti. Appunti sulla musica popolare a Sud delle Alpi».
Nel settimanale «TeleRadio 7», n. 14, anno XXIV, 5 aprile – 11 aprile, il ciclo di trasmissioni curato da Renzo Rota e Pietro Bianchi veniva presentato con queste parole:
Nella collocazione settimanale di «Ordine e disordine» debutta domenica un ciclo di documentari sulla musica popolare nella Svizzera italiana e nella fascia di confine lombardo-piemontese. «D’altri Canti» è il titolo della serie realizzata per la TSI dal regista Sandro Bertossa e dai redattori Pietro Bianchi e Renzo Rota, i quali hanno optato per la forma del doumentario-spettacolo. I realizzatori non si sono limitati a raccogliere sul territorio testimonianze spontanee, dal vivo, o ad inserire spezzoni d’archivio e registrazioni storiche, ma hanno fatto ricorso a ricostruzioni sceneggiate, a riprese di esibizioni appositamente allestite, ad animazioni di attori e danzatori.
Il ciclo si propone di fornire alcuni elementi storici e critici che permettano una più cosciente fruizione di canti e musiche, le cui radici affondano nella nostra terra. Si suddivide in sei puntate, dedicate ognuna ad un aspetto particolare, quali possono essere: i problemi riguardanti la nascita del repertorio e la sua diffusione nel tempo e nello spazio; le espressioni musicali della civiltà cittadina e dei suoi riti, spesso di origine pre-cristiana, tutt’or praticati pur avendone ormai dimenticate le ragioni profonde; le canzoni legate al mondo del lavoro e delle rivendicazioni politiche e sociali, caratteristiche della società industriale; la musica quale elemento fondamentale della festa e la stilizzazione che essa subisce – al pari del ballo – quando la manifestazione viene indotta per motivi turistici o celebrativi; la canzone d’osteria e la sua sublimazione nella forma del cabaret...
La prima puntata, in onda domenica in seconda serata, è dedicata, a mo’ di introduzione, al rapporto fra l’uomo e la musica da lui creata, partendo dalla constatazione che anche in un territorio geograficamente esiguo come il nostro la musica popolare, al pari del dialetto, si presenta con molte sfaccettature in quanto, pur sotto l’ombrello unificante di un’unica matrice culturale, essa si adatta ai microclimi locali.
Ecco dunque che in Ticino si possono individuare chiare tipologie stilistiche, di repertorio o di funzione, fra musiche, canti e interpreti, a seconda che vengano dalla montagna, dal piano o dalla
città.
Fra i partecipanti alla prima puntata troveremo il Gruppo spontaneo di Cavergno, i Cantori di Coldrerio, la Bandella di Tremona, il mitico Trio di Gandria ed il singolare quanto estemporaneo duo luganese dei Fratelli Boffi. Intervengono inoltre Giuseppe Martini, Cesare Valsangiacomo e gli esperti Bruno Pianta e Ottavio Lurati.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.