Nel 2011, presso il castello bellinzonese di Sasso Corbaro, il Consorzio Correzione Fiume Ticino presentò i suoi 125 anni di attività. Nel pieghevole di introduzione alla mostra si leggeva: «Il Fiume Ticino è il principale corso d'acqua ticinese che dal 1803, su indicazione di Napoleone Bonaparte, dà il nome al Cantone che attraversa per 90 chilometri. Dalle sue sorgenti sopra i 2000 m d'altitudine -una situata sul passo della Novena, l'altra, di portata più modesta, sul passo del San Gottardo - che si congiungono ad Airolo, il fiume percorre la Leventina, la Riviera, il Bellinzonese e il Piano di Magadino, prima di immettersi nel Lago Maggiore. Continua poi il suo cammino in territorio italiano, fino alla confluenza con il Po.
Osservando il suo percorso in pianura, ora caratterizzato da un ampio canale centrale e golene laterali delimitate da argini insommergibili, tra campi coltivati e filari d'alberi, tra aziende agricole e serre, è difficile ricordare che, meno di un secolo fa, il fiume era ancora tortuoso e imprevedibile, ripetutamente devastante durante le alluvioni.»
In questo dossier abbiamo raccolto due documenti video composti da filmati forse impropriamente definiti "amatoriali", che illustrano i lavori di bonifica nel Piano di Magadino e i primi lavori agricoli dall'inizio degli anni Trenta alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso.
I lavori di bonifica cominciarono parecchi anni prima. Il Dizionario storico della Svizzera ci ricorda che: «Le prime proposte di correzione del corso del fiume risalgono all'inizio del XIX sec. […] Nel 1886 il Consiglio di Stato istituì comunque il Consorzio: i lavori si protrassero dal 1888 al 1939, con un investimento di più di 11 milioni di frs. L'incanalamento del fiume e la bonifica del piano di Magadino (iniziata durante la prima guerra mondiale) permisero di trasformare quest'ultimo in una nuova risorsa recuperando terreni per un'agricoltura moderna, che subì però la concorrenza di altre attività insediative (abitazioni, vie di comunicazione, centri commerciali ecc.)»
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.