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La tentazione degli affari illeciti

3 settembre 1979
RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana

Grazie agli ingenti capitali italiani che cercavano nelle banche svizzere un rifugio sicuro e redditizio per sfuggire all'inflazione, al fisco e all'instabilità politica interna, Lugano e Chiasso diventarono intorno al 1970 due importanti terminali finanziari verso i quali il denaro affluiva con una certa facilità. Una situazione che spinse alcuni agenti finanziari locali a moltiplicare le operazioni a rischio ed anche a lasciarsi tentare da affari poco puliti. Negli anni Settanta alcuni scandali finanziari coinvolsero istituti bancari, studi notarili e personaggi politici ticinesi. Lo scandalo più clamoroso, venuto alla luce nel 1977, concerneva la filiale chiassese del Credito Svizzero, dove una serie di transazioni illecite e di cattiva gestione avevano causato un buco di oltre un miliardo di franchi. Capitali attirati con la promessa di rimunerazioni favolose e della garanzia di una delle più rinomate banche elvetiche, venivano smistati da alcuni dirigenti della filiale, con la complicità di avvocati d'affari ticinesi, verso la società finanziaria Texon, con sede nel Liechtenstein, e gestiti all'insaputa della sede centrale. I principali responsabili dello scandalo - dirigenti bancari e avvocati - furono processati e condannati nel 1979.

Indicizzazione delle sequenze:

0'01''-5'35'' La sentenza al processo Texon-Credito Svizzero di Chiasso

Mario Barino è l'autore di questo servizio, andato in onda il 3 luglio 1979 nella trasmissione "Il Telegiornale". Documenta la sentenza al processo per l'affare Texon-Credito Svizzero (CS): 4 anni e mezzo a Ernst Kuhrmeier e Claudio Lafranchi, 16 mesi di reclusione a Elvio Gada e Alfredo Noseda. Parlano: P. Rotalinti, giudice; A. Agustoni, avvocato difensore di Kuhrmeier; F. Ballabio, avvocato difensore di Lafranchi.

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20 marzo 2017
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