Pecoraro, geografo dell’anima
Pecoraro, geografo dell’anima
Intitolato «Geografie dell'anima» e girato tra Rancate e Uetendorf, questo incontro di Simona Ostinelli con Leonardo Pecoraro andò in onda nella trasmissione televisiva «Cult tv» il 17 novembre 2013. Pittore, mosaicista e incisore ticinese Leonardo Pecoraro, attivo fra il Ticino e l'Oberland bernese, dove risiede ormai da qualche anno. «Ci sono le geografie terrestri e le geografie dell'anima» - dice la voce narrante all'inizio del servizio - «Leonardo Pecoraro, pittore, mosaicista e incisore, lavora fra Rancate e il Canton Berna. Il suo sguardo privilegiato a nord e a sud delle alpi ci accompagna alla scoperta di un'arte istintiva, figlia dell'informale, che affascina per la sua struggente bellezza.»
«Non so perché ho scelto il giallo e il bordeaux, il rosso, mi piace anche la casualità̀, certi effetti arrivano senza pensarci».
«Fin da bambino ho sempre avuto la passione del creare, alla classica domanda rispondevo farò il pittore. E fortunatamente in questo momento sto facendo il pittore, il mosaicista, l'incisore».
«Quando mi sono trasferito nella Svizzera tedesca cercavo un atelier per mantenere delle mie opere in Ticino, ho trovato questo atelier grazie a un gallerista di Mendrisio, e subito appena l'ho visto ho detto: è un atelier che va benissimo - quindi ho due atelier. Poi c'è l'aria ticinese, il contatto con l'Italia, amici artisti.»
«Io mi sono appassionato al mosaico tramite un amico artista che lui stesso realizzava mosaici negli anni sessanta, Gino Macconi, che era un grande artista, amico anche, e dopodiché terminata l'Accademia ho voluto frequentare una scuola di Mosaico di un anno a Ravenna e da lì mi sono appassionato ulteriormente realizzando i miei mosaici e realizzando mosaici per altri artisti. Mentre realizzo il mosaico c'è comunque una parte istintiva come nella pittura, perché quando devo creare degli effetti colorato come in questo caso dal rosso al giallo chiaro lo vedo nel mio progetto però poi mentre lo realizzo ci sono sempre dei cambiamenti in corso d'opera.»
«Nella mia generazione sono un po' controcorrente, io utilizzo ancora i mezzi tradizionali per la pittura, uso per così dire ancora le mani, mi sporco le mani, mentre le installazioni, le video art mi interessano, però non mi sento tanto attratto. Quando vedo comunque che c'è qualcosa di qualità, la sento, a livello emozionale.»
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.