Livio Bernasconi negli anni Sessanta
Livio Bernasconi negli anni Sessanta
Chris Wittwer è l’autore di questo servizio andato in onda il 12 aprile 1967 nel programma televisivo «Astrolabio» prodotto da Sergio Genni e Mimma Pagnamenta. Realizzata a Lugano, è una intervista al pittore ticinese Livio Bernasconi (Muralto, 1932), il quale aveva da poco portato a termine il lavoro di decorazione delle pareti di un ritrovo pubblico del centro città.
Il sito web dell’«Art Gallery L’UOVO DI LUC» dedica a Livio Bernasconi, nato a Muralto nel 1932, un’ampia scheda biografica. Ne riportiamo degli estratti, invitando alla lettura completa:
«Dopo la Scuola magistrale di Locarno (1947–1951) assolve una formazione artistica all’Accademia di Brera a Milano (1954–58). Esordisce con una pittura realista ben accolta in Svizzera e all’estero: nel 1956 svolge la prima mostra personale in una galleria zurighese, cui fanno seguito esposizioni a Londra, Locarno, al Kunstmuseum di Winterthur e a Basilea. Nel 1964 è invitato a tenere un corso presso la Facoltà di architettura della Washington University di St. Louis. Tra il 1962 e 1968 esposizioni personali a Locarno e Basilea, negli anni ‘80 presso lo Studio d’arte contemporanea Dabbeni a Lugano; nel 1995 prima retrospettiva al Museo cantonale d’arte a Lugano. […].
Il passaggio dagli inizi di impronta neorealista (gasometri, sili, pescatori, interni) alla pittura astratta si svolge mediante un progressivo abbandono degli stilemi figurativi. Attorno al 1960 i cardinali senza volto anteposti a ipotetici schermi televisivi mediano verso soluzioni espressive sempre più informali: nel 1962–63 la superficie dipinta è segnata da grovigli lineari neri. Il soggiorno negli Stati Uniti (1964–65) imprime una svolta decisiva al suo percorso artistico, conducendolo verso una pittura astratta di stampo geometrico, sviluppata e approfondita fino a oggi. L’esperienza globale statunitense libera la superficie e il gesto pittorico da ogni significazione esterna. Ampie campiture monocrome accostate in campi geometrici figurano astratti paesaggi e preludono ai futuri sviluppi formali; un gesto pittorico immediato e la tecnica a sgocciolamento sono indiziari dell’assimilazione dell’espressionismo astratto (Robert Motherwell, Franz Kline, Clifford Still). […] A partire dal 1987 le Immagini risultano imperniate su un tema basilare: forme di colore geometriche, arrotondate o trapezoidali – ipoteticamente debordanti oltre i limiti della tela – sono giustapposte in modo tale da originare virtuali sovrapposizioni e incastri. Il loro accostamento non risponde a principi compositivi gerarchici ed è volto alla creazione di tensioni dinamiche tra forme e colori. Tra i riferimenti chiamati in causa vi è la pittura «hard edge» e «colorfield» americana (Ellsworth Kelly, Kenneth Noland); non mancano tuttavia reminiscenze tipicamente europee (Henri Matisse) […].».
Per me è stata una grande sorpresa rivedere queste immagini dei dipinti di Livio Bernasconi. Non potete immaginare quanto erano belli a colori! Erano situati nella pasticceria Parola in via Peri 5, la pasticceria di famiglia. I dipinti che adornavano il tea room erano 5 o 6 e, purtroppo, sono andati persi dopo la chiusura.