Lugano: perla della Svizzera del sud
Lugano: perla della Svizzera del sud
Introducendo la mostra luganese al MASI [29.08.2020 – 18.04.2021] dedicata al grande fotografo, Damiano Robbiani scrive che «l’importanza dell’opera di Vicari risiede proprio nella sua capacità di restituire e sintetizzare in maniera mai banale la complessità di un territorio alla ricerca della sua identità.» Anche quando all’opera per commissione, dietro la cinepresa Vincenzo Vicari lasciò emergere quella stessa complessità, pur lasciandola dietro un velo di spensieratezza mondana.
Questo documento riproduce un film girato da Vicari per conto della Pro Lugano nell’estate del 1959.
Le immagini del luganese e del mendrisiotto sono reali e, insieme, ideali — appartenenti ad un immaginario turistico creato complice il desiderio di evasione di visitatori germanofoni (negli archivi RSI è conservata anche la versione in inglese). È un paese immaginato che nella realtà viveva una lacerante accelerazione: la civiltà contadina stava scomparendo, lasciando disorientata una generazione ormai anziana, che aveva conosciuto il sacrificio della migrazione, e una più giovane generazione in procinto di godere del boom economico — in un Cantone che avrebbe presto orientato la maggior parte della forza lavoro vero il cosiddetto Terziario, lasciando che il territorio diventasse terreno di contesa tra le vestigia dell’attività agricola e l’espansione manifatturiera e industriale — presto innervata dall’autostrada.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.