Elsa Barberis. Una “griffe” tutta luganese
Intervista di Nini Eckert-Moretti - Rivista Terzaetà 3/1985
Tra le figure femminili genuinamente nostre, che hanno operato in modo valido nel Ticino lasciandovi impronte importanti, ha un posto a sé Elsa Barberis, la più geniale e di certo l’unica vera creatrice di moda della Svizzera Italiana. Mi ha ricevuto nella sua luminosa, bella casa, molto bianca e molto verde.
Dappertutto eloquenti presenze di amici artisti: Bagutti, Filippini, Cotti, Genucchi, Dobrazansky, Rossi, Bordoni e altri ancora. Ma anche creazioni «sue», specie in legno. Nell’atrio, un manichino in vimini, dal vitino di vespa, autentico dell’Ottocento e una piccola «Singer» a mano la dicono lunga su un’attività eccezionale. A Elsa Barberis abbiamo posto qualche domanda:
Lei è stata un personaggio di primo piano nel settore dell’Alta Moda. Tutti, fra i non più giovanissimi, ricordano la sua personalissima grande sigla al balcone del piano nobile del palazzo di fianco al Municipio, in Piazza Riforma.
Come è arrivata alla professione di creatrice di moda in un momento particolare per il nostro Paese, di tradizioni improntate a modestia e che ancora non viveva il bel/essere degli anni ’50 e ’60?
Parlare di me, dopo 20 o 30 anni mi rende sempre un po’ triste e sfogliando l’album di figurini, modelli, disegni e foto, mi accorgo che veramente ho creato, ho combinato e ho scombinato parecchio. Penso alla distanza tra i vestiti arzigogò lati delle nostre mamme e nonne e quelli miei, comodi, quadrati, pratici e facili da indossare da mattina a sera. lo volevo fare l’architetto e per questo camminavo sempre con gli occhi per aria perché avrei voluto, magari, anche cambiare alcune linee, finestre, balconi dei palazzi di Lugano. Avevo in mente case dalle linee semplicissime, sul tipo di quelle che poi più tardi furono inventate dai maggiori architetti ticinesi. Invece costruii… vestiti.
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Autore articolo: Nini Eckert-Moretti
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Archivio Museo della Memoria: MDM0428
Foto
ElsA Barberis - Schizzo a china e acquarello con campioncino lino rosa fragola.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.