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Monte di Cavallo – Luzzone In evidenza

1958
Voce di Blenio, M. Giambonini
Voce di Blenio, M. Giambonini

Monte Cavallo in val Luzzone. Sul versante opposto (olografico sinistro) c'è “Al Sasso”, degli aquilesi. Stesso destino! È giunto il momento delle stime finanziarie ìn vista delle espropriazioni quando la grande diga sta già crescendo e l'invaso imminente. È un giorno importante quando la commissione di stima si reca sul posto per le constatazioni del caso. E i contadini proprietari degli oggetti contrassegnati da un numero, sono in attesa ognuno presso la propria cascina... tristi e timorosi, qualche lacrima, nello stesso tempo speranzosi di una valutazione almeno conveniente delle loro secolari cascine. Sono gli Scalvedi, i Radelli, i Vitali, Maestri, Martinelli, i Bontà e i Giamboni. Era il giugno 1958 quando è giunta la commissione di Stima composta da tre signori: Giovanni Guscetti, ing. Gino Grandi, capo della sezione forestale cantonale e Nedo Monighetti.

Io c'ero... (M. Giamboni)

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1958 Monte di Cavallo con gli oggetti da espropriare contrassegnati da un numero.

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Fino alla fine degli anni '50, il Monte di Cavallo era un piccolo mondo sospeso tra cielo e terra nella parte alta della Val di Blenio. Sui pendii dolci e assolati si stendevano pascoli verdi punteggiati di cascine, costruite in pietra viva e legno, con tetti bassi e spioventi per resistere ai venti. I muretti a secco, pazientemente innalzati da generazioni di contadini, dividevano le proprietà e guidavano il cammino delle bestie.

In primavera, i pastori tornavano a salire lungo i sentieri ripidi con le mandrie di mucche e capre. I campanacci rimbalzavano nell’aria limpida, e l’odore del fieno fresco si mescolava a quello dei larici e delle erbe di montagna.

Accanto alle cascine, piccoli orti resistevano alla roccia dura, offrendo insalate, cavoli, qualche patata. C’erano persino minuscole vigne, che con fatica davano grappoli piccoli e dolcissimi.

La vita era semplice ma faticosa: d'estate si lavorava senza tregua per preparare le scorte per l'inverno. Alla sera, il Monte di Cavallo si accendeva dei bagliori dei camini, e dalle cascine si levavano suoni di canti popolari, storie raccontate alla luce delle lampade a petrolio.

Poi venne il tempo della diga. Le voci si abbassarono, i sentieri si fecero silenziosi. Le cascine furono abbandonate, una ad una, mentre gli uomini guardavano per l'ultima volta le pietre che avevano sistemato con le proprie mani.

Quando l’acqua salì, il Monte di Cavallo scomparve sotto una superficie liscia e azzurra. Oggi, sotto quel lago tranquillo, dormono ancora i ricordi, i campi, le vie. E in certi giorni d’autunno, quando la nebbia danza sull’acqua, sembra quasi di sentire ancora un campanaccio lontano.

Nel 2011 il lago viene svuotato per lavori di manutenzione.

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Luzzone 4.11.2011 fondo del lago. Sulla destra tracce antiche cascine Monte di cavallo.

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Leggi l’articolo “Il Luzzone svela i suoi segreti” del 07/2011 sulla voce di Blenio cliccando qua.

Leggi l’articolo su lanostrastoria “Luzzone. C’è un monte in fondo al lago…” cliccando qua.

Vai al dossier Voce di Blenio cliccando qua.

Vai al dossier LIBRI E ARTICOLI - Museo della Memoria cliccando qua.

Archivio Museo della Memoria: MDM0988

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27 aprile 2025
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