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Inaugurato il «Giardino dei giusti» di Lugano

26 aprile 2018
RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana

Il primo Giardino dei Giusti è stato creato nel 1960, a Gerusalemme, su iniziativa di Moshe Bejsk, uno dei circa 1100 ebrei salvati da Oskar Schindler, la cui vicenda è stata narrata nella celebre pellicola del regista Steven Spielberg.

Con il termine «Giusti» si indicano coloro che spesero parte della loro esistenza per salvare il prossimo e opporsi ai crimini contro l'umanità e ai totalitarismi, con un'attenzione particolare a chi ha prestato aiuto agli ebrei durante gli anni del nazifascismo.

La creazione del Giardino inaugurato nel Parco Ciani è stata promossa dalla Fondazione Federica Spitzer e dalla Città di Lugano, in collaborazione con l'Associazione onlus italiana Gariwo - la foresta dei Giusti.

Questo servizio di Matteo Bernasconi andò in onda il 26 aprile 2018 nella trasmissione televisiva «Il Quotidiano». Documenta l'inaugurazione ufficiale al Parco Ciani del «Giardino dei giusti» : uno spazio che vuole celebrare le gesta di quattro ticinesi (Francesco Alberti, Guido Rivoir, Carlo Sommaruga e Anna Maria Valagussa) distintisi per la difesa di perseguitati politici o razziali. L'iniziativa è stata voluta dalla Fondazione Federica Spitzer in collaborazione con la Città di Lugano e promossa nell'ottantesimo anniversario della promulgazione delle leggi razziali in Italia.

Gli intervistati sono Moreno Bernasconi e Marco Borradori.

Nelle pagine di «Lugano Città Aperta» il giardino è descritto con queste parole: «A partire dalla fine di aprile del 2018, nell'area situata fra la Biblioteca Cantonale e il lago Ceresio, degli alberi appositamente piantati e delle targhe renderanno omaggio a quattro figure di Ticinesi particolarmente rappresentative della tradizione umanitaria della Città e del Cantone Ticino.

Lugano è stata terra di rifugio già nell'Ottocento e nel primo Novecento per perseguitati politici italiani e di tutto il mondo in cerca di libertà. Dopo la promulgazione delle leggi razziali italiane e l'annessione nazista dell'Austria nel 1938, e successivamente durante il secondo conflitto mondiale in cui la Svizzera si vide accerchiata dal nazifascismo, l'esodo di perseguitati ebrei verso il nostro Paese crebbe in misura rilevante e le autorità federali ebbero un riflesso di chiusura che le spinse ad accettare che la Germania stampasse sui passaporti degli ebrei tedeschi (su cui stava per incombere lo sterminio) il timbro "J" di Jude, intollerabile discriminazione politica antisemita. Nella Svizzera italiana le reazioni a questa chiusura discriminatoria furono numerose: sia in ambito politico-istituzionale, sia presso una parte significativa della popolazione che decise di anteporre le ragioni umanitarie ai calcoli politici. Un simile slancio umanitario spinse negli anni Settanta del Novecento un gruppo di Ticinesi a mobilitarsi affinché la Confederazione fosse più generosa nell'accoglienza dei perseguitati dalla brutale dittatura cilena.

Il Giardino dei Giusti di Lugano intende onorare questo impegno di donne e uomini della società civile ticinese verso donne, uomini e famiglie in fuga, perseguitati a causa della loro razza, religione o opinione politica. Le figure che vengono celebrate sono Francesco Alberti, Carlo Sommaruga, Anna Maria Valagussa e Guido Rivoir: esempi di impegno e dedizione umanitaria con una forte valenza educativa in particolare per i giovani della Svizzera italiana. Il luogo scelto dalla Città e dalla Fondazione Spitzer è il Parco Ciani: esso stesso un giardino aperto fisicamente e simbolicamente sul lago che unisce la Svizzera italiana e la vicina Italia. Il Giardino dei Giusti di Lugano si ispira ai Giardini dei Giusti realizzati in Italia e in diversi Paesi del mondo dall'Associazione onlus italiana Gariwo - La foresta dei Giusti, fondata e presieduta da Gabriele Nissim, con cui il Giardino di Lugano collaborerà.»

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