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Video 7/8 – La politica oggi

12 febbraio 2019
Fabio Dozio e Paul Nicol
Atte-Museo della Memoria

I politici di oggi non sono più formati come una volta e spesso si nota una mancanza di competenza. Ai tempi della gioventù di Alberto Lepori, il Partito conservatore ha tentato per parecchi anni di istituire una scuola di formazione alla politica, senza successo.

Alberto Lepori ritiene che sarebbe utile mantenere quello che i romani chiamavano cursum honorum: fare la gavetta e assumere via via incarichi più importanti. Prima di arrivare al Consiglio di Stato bisognerebbe avere una preparazione facendo almeno il municipale o il deputato al Gran Consiglio. La forma partito rimane importante, soprattutto se legata a una formazione politica da esprimere nei programmi; in politica bisogna pensare anche alla lunga scadenza, non solo alla soluzione dei problemi immediati.

Ad esempio l’ecologia, che mette in gioco il mondo di domani o l’accoglienza di una parte di emigranti, tutti problemi di cui bisogna trovare soluzioni accettabili solo con lo studio in prospettiva dei problemi.

Lepori è critico anche sulle elezioni comunali, federali e cantonali che si svolgono nell’arco di due anni. Suggerisce di allungare il periodo di legislatura o di coordinare i tre rinnovi nello stesso anno; ciò permetterebbe ai politici di impegnarsi maggiormente sullo sviluppo dei temi proposti, senza essere in continua campagna elettorale.

La partecipazione alle votazioni di elettori ed elettrici è sempre più bassa e si possono cambiare leggi importanti con percentuali basse di votanti. Le decisioni all’ultimo momento dove “fa più notizia un albero che cade che la foresta che cresce”, ha creato sfiducia nella classe politica; tutti sono competenti in tutto ma nessuno studia il problema nella sua profondità e a lungo termine.
Per fare politica seriamente ci vuole competenza.

Lepori è piuttosto critico sulla nostra democrazia semi diretta, ritiene che la democrazia stia, in un certo senso, rovinando sé stessa e ritiene che ci siano alcune correzioni possibili. Propone, ad esempio, che venga introdotta una partecipazione minima del 50% del quorum per poter cambiare una legge .

Torna al dossier Intervista ad Alberto Lepori cliccando qua.

Archivio Museo della Memoria: MDM0566

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