Ticino «in rovina»
Ticino «in rovina»
L'11 gennaio 2018, la trasmissione televisiva «Falò» fu pressoché interamente dedicata al destino beni culturali architettonici in Ticino.
Presente in studio Simonetta Biaggio-Simona, a capo dell'Ufficio dei beni culturali del Canton Ticino, la puntata - che qui pubblichiamo interamente allo scopo di apprezzare anche le riflessioni in studio - offriva un servizio di Flavia Baciocchi, intitolato «Memorie ingombranti», che mostra lo stato di abbandono di alcune residenze storiche.
Si tratta di una splendida villa affacciata sul lago, un albergo di classe in centro città, una sontuosa residenza di campagna. Immobili diversi con un destino simile: aver avuto un passato luminoso e fronteggiare un futuro incerto. Ce ne sono parecchi, sparsi un po' in tutto il Ticino, immobili storici spesso ridotti a dei relitti, abbandonati al loro destino. Beni culturali per i quali spesso sembra impossibile trovare i fondi per la ristrutturazione. Ma questi stabili vanno sempre recuperati o si possono anche demolire? E poi, salvarli, tocca allo Stato o ai proprietari? Nel servizio le immagini (anche riprese da un drone) di Villa Viarno a Pregassona, del Macello a Lugano, dell'ex sanatorio di Piotta e di Medoscio, dell'ex villa Bomer a Caslano, del Grand Hotel a Locarno, di Villa Favorita a Lugano, di Casa Avanzini a Curio e della Villa Vescovile a Balerna.
Ufficio dei beni culturali, diretto da Simonetta Biaggio-Simona, è preposto alla cura, alla conservazione e alla valorizzazione dei beni culturali esistenti sul territorio del Cantone Ticino e comprende tre Servizi:
- Il Servizio inventario è responsabile della catalogazione dei beni culturali mobili e immobili sparsi in tutto il territorio ticinese.
- Il Servizio archeologia - nel caso di restauri di beni immobili o di nuove edificazioni - effettua ricerche volte a documentare e tutelare resti di costruzioni antiche e a recuperare e conservare reperti celati nel sottosuolo.
- Il Servizio monumenti verifica e approva i progetti di restauro dei beni tutelati dal Cantone.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.