«Racconto spontaneo» di Bruno Soldini: «Des dì d’acqua»
«Racconto spontaneo» di Bruno Soldini: «Des dì d’acqua»
Andato in onda sulla TSI il 26 gennaio 1980, «Des dì d’acqua» è un racconto spontaneo di Bruno Soldini girato in parte in Valle di Muggio e interpretato da attori occasionali che si esprimono in dialetto del Mendrisiotto.
La presentazione non solo di questo film di Bruno Soldini ma anche del suo lavoro dedicato ai «Racconti spontanei» si leggeva a pagina 4 del settimanale «Tele Radio 7», in edicola per la settimana dal 26 gennaio al primo febbraio 1980:
Per due sabati successivi, il 26 gennaio e il 2 febbraio, nell’orario principale della sera riservato ai lungometraggi, troveranno posto due film ticinesi, dovuti all’invenzione e alla realizzazione del regista Bruno Soldini. «Des dì d’acqua» e «Fasctidi grass» sono i due titoli, che fanno seguito, in una evoluzione organica, a due film diffusi circa un anno fa dalla TSI, sempre di sabato sera, e che i telespettatori ricorderanno: «Cà vegia» e «Ul vent al süga». I quattro filmati rientrano in una sperimentazione rivolta verso la nostra realtà specifica e alla funzione che il mezzo filmico e televisivo può svolgere dentro di essa. Si tratta di una precisa scelta voluta dalla direzione dei programmi della RTSI, anche al di là dell’esperimento del regista Soldini, di cui qui ci occupiamo. Il principio di realizzazione dei filmati è simile in tutte le quattro storie, che appartengono a un denominatore comune di spontaneità, di improvvisazione guidata. Infatti la trama del film è appena abbozzata in una sceneggiatura semplificata: tocca poi agli attori, che non sono professionisti ma appartengono alla gente del Mendrisiotto, dar corpo alla traccia fissa con le loro parole spontanee, con le loro invenzioni, con la loro capacità di mescolare la finzione della storia e la realtà della loro esperienza vissuta. Ne vien fuori un dialetto vero e attuale, nutrito dai termini e dai problemi d’oggigiorno: una lingua diretta che appartiene, autenticamente, all’ambiente suburbano e rurale del sud del Ticino, con tutte le sue precise connotazioni di attualità e di trasformazione. In quanto al film di questo sabato, proprio il genere del racconto fa sì che non sia molto importante conoscere la trama: si tratta comunque della vicenda di un uomo «che beve» e dei suoi rapporti con il paese che gli sta attorno, con le comprensioni e le incomprensioni, sentimenti, le contraddizioni, le parole e gli affetti. Volendo infine sintetizzare, si può affermare che le «storie spontanee» di Soldini, a mezza strada fra invenzione e realtà, costituiscono un ritaglio vero e succoso, non di maniera, di un certo Ticino reale.

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