Riscoprire Giovanni Serodine
Riscoprire Giovanni Serodine
Assieme con il regista Mirto Storni, Rudy Chiappini è l’autore di questo servizio andato in onda il 23 marzo 1987 nel programma televisivo «Nautilus», dedicato alla vita e l’opera del pittore Giovanni Serodine (Ascona, 1600 - Roma, 1630).
A pagina 7 del settimanale «Teleradio7» in edicola per la settimana dal 21 al 27 marzo 1987 si leggeva la presentazione del documentario:
«Che Giovanni Serodine non sia soltanto il più forte pittore del Cantone Ticino, ma uno dei maggiori di tutto il Seicento italiano, è affermazione che fu lungamente impedita da ragioni di ordine vario. Esterno, come lo smarrimento progressivo e l’ubicazione troppo eccentrica delle poche opere; interno, e più decisivo, l’orientamento dottrinale del gusto, durato, per oltre due secoli, in favore dei precetti accademici e perciò sempre in grave sospetto di fronte ad ogni inclinazione naturalistica». Questo lusinghiero giudizio, espresso da Roberto Longhi nella sua monografia immediatamente successiva all’eco suscitata dalla grande mostra dedicata al Serodine (1600-1630) nel 1951 alle Isole di Brissago, avrebbe dovuto fornire occasione e stimolo per avviare finalmente l’operazione di recupero critico del nostro pittore, che ha saputo schiudere inediti e preziosi orizzonti all’arte europea. Tuttavia da allora nessuno studio organico è venuto a portar nuova luce sull’artista, assai considerato dagli addetti ai lavori, ma finora quasi sconosciuto al grosso pubblico. Ora, a trentasei anni dalla mostra alle Isole, la città di Locarno inaugura il suo museo con una rassegna di dipinti del Serodine, la cui scelta rigorosa aggiorna e ristabilisce l’insieme dell’opera del maestro, fin qui accertata, sulla base sia dei nuovi ritrovamenti, sia dell’alienazione di attribuzioni precedenti.
La Televisione della Svizzera italiana, per l’occasione, ha realizzato un documentario che vuole essere anche un completamento esplicativo per il visitatore della mostra locarnese. Oltre all’analisi dettagliata dei quindici dipinti sicuri del Serodine, esso ridisegna le poche vicende note della sua vita, le figure della sua famiglia, ripercorre qualche luogo e monumento, che gli devono essere stati familiari, come l’omonima casa paterna di Ascona, qualche angolo di Roma e soprattutto può inserire, come una primizia, i dipinti murali del ciclo di Spoleto nella Chiesa di Santa Maria della Piaggia che una decina di anni fa, alla scoperta dei documenti comprovanti l’intervento del Serodine, avevano richiamato l’attenzione degli storici dell’arte, sollevando più di un problema, soprattutto per la modesta qualità pittorica. Il documentario è stato realizzato da Mirto Storni; il testo di commento è di Rudy Chiappini; vi hanno poi collaborato Riccardo Brunner per Ie immagini, Giancarlo Vanzetta per il suono, Sonia Bertini per il montaggio e Daniele Mainardi per la sonorizzazione. Andrà in onda lunedì alle 21.25 per «Nautilus documentari». (Replica martedì alle 16.30).

L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.