La controversa vicenda idroelettrica ticinese - Blenio
La controversa vicenda idroelettrica ticinese - Blenio
L'energia idroelettrica costituisce una delle principali risorse della regione alpina; il suo sfruttamento è stato fonte di guadagni e di progressi, ma anche di speculazioni, di mutamenti territoriali e ambientali profondi o non sempre benefici. Nel periodo di euforia, di fiducia nel progresso e nelle proprie potenzialità che inizia dopo la fine della seconda guerra mondiale, il Ticino ha realizzato importanti opere idroelettriche per lo sfruttamento dei bacini della Maggia (prima tappa tra il 1950 e il 1956, seconda tappa tra il 1963 e il 1970) e del Brenno (1956-1964). Per finanziare queste iniziative, si sono costituiti consorzi nei quale il Cantone era minoritario rispetto ad enti pubblici e società private della Svizzera: una formula nota con il termine di Partnerwerke.
L'atteggiamento dominante al momento d'intraprendere i grandi lavori idroelettrici era di ammirazione per l'eccezionalità dell'impresa, di entusiasmo per i benefici immediati che si potevano trarre, di fiducia nelle ricadute economiche positive a lungo termine. Le attese erano grandiose e molteplici: occasioni di lavoro e sviluppo di nuove attività, rinascita delle valli, ammodernamento delle infrastrutture stradali, introiti fiscali e tasse di concessione per comuni e cantone. Si sperava, insomma, in quel riscatto economico e civile che il Ticino inseguiva da decenni.
A parte gli apporti fiscali, l'influsso delle grandi opere idroelettriche sull'economia locale è stato però modesto e temporaneo. La valutazione storica della vicenda contrappone due interpretazioni. C'è chi sostiene che il Cantone abbia svenduto ai partner d'oltralpe una delle poche risorse economiche, a causa di una politica rinunciataria e poco avveduta; e c'è chi ritiene invece che il Ticino non avesse né le risorse finanziarie per intraprendere da solo l'avventura idroelettrica, né la garanzia di poter smerciare tutta l'energia prodotta.
Indicizzazione delle sequenze:
0'01''-3'04'' Il radioso avvenire idroelettrico del Ticino
Dichiarazione di Nello Celio, consigliere di Stato ticinese
3'05''-7'30'' Chiare, fresche e sfruttate acque
7'31''-12'37'' L'opera ciclopica delle termiti umane
12'38''-22'06'' Il lavoro nel ventre della montagna
26'35''-34'24'' Dalle dighe alle turbine: l'energia del progresso
34'25''-38'31'' La vita degli operai sui cantieri
Questo servizio di Franco Marazzi andò in onda il 29 novembre 1958. Ne sono argomento le imponenti opere per lo sfruttamento delle acque bleniesi, in costruzione nei cantieri gestiti dalle Officine idroelettriche della blenio (OFIBLE): la diga del Luzzone, quella di Malvaglia e le condotte forzate che porteranno le forze idriche bleniesi alla grande centrale elettrica sotterranea di Biasca. Parla: N. Celio: Consigliere di Stato, capo del Dipartimento delle Pubbliche Costruzioni.
Dossier:

L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.