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Video 3/6 – Il territorio, la caccia e il filo a sbalzo

aprile, 2015
Sandro Bassetti, Maurizio Petralia
Atte-Museo della Memoria

Intervista a Fabio Boggia, nato il 14.6.1945, domiciliato a Vellano, già guardia caccia per tutta la Valle Morobbia.

Da perfetto conoscitore del territorio, grazie anche alla pratica della caccia, racconta con dovizia di particolari i mutamenti avvenuti nei decenni. Evoca momenti speciali vissuti in prima persona sulle peripezie legate all’utilizzo del filo a sbalzo, una vera e propria linea veloce, ma pericolosa, di andata e ritorno da e per i numerosi monti situati sulla sponda sinistra della valle Morobbia.

I dintorni di Vellano sono cambiati poco negli anni, sono state ristrutturate sommariamente delle cascine sulle alture per lo svago, cascine che una volta erano abitate dai contadini durante i mesi estivi che le raggiungevano con gli animali da pascolo. Una transumanza di mucche, pecore e capre che saliva anche da Pianezzo e si fermava qualche tempo a Vellano per poi risalire i monti e in seguito sugli alpi.

Negli ultimi 35 anni c’è stato un grande cambiamento con l’abbandono di parecchi alpeggi, tanto che oggi ne vengono caricati ancora soltanto due. Le cascine abbandonate dell’alta valle sono state ristrutturate sommariamente per non lasciarle andare in rovina e sono gestite dai forestali. In parte vengono affittate da qualche gruppo di cacciatori.

Quando Fabio Boggia ha iniziato il suo lavoro, incontrare un cervo sulle montagne era un fatto raro, mentre attualmente, ritiene che siano troppo numerosi. Il camoscio invece è diventato raro, mentre nei tempi addietro era l’animale prioritario da catturare, e popolava i monti in abbondanza.

Una volta le battute di caccia avevano lo scopo di nutrire gli abitanti della zona ed erano praticate da pochi uomini. Con l’avanzar degli anni la maggior parte dei cacciatori veniva dal piano. Oggi, nel periodo venatorio, sono in molti a salire in Morobbia anche grazie alla possibilità di abbattere più capi. Si sono anche presentati problemi di bracconaggio proveniente dalla vicina Italia.

Non manca il simpatico racconto dell’incosciente abitudine di attraversare la valle utilizzando un “filo a sbalzo”. Una volta superata la paura delle prime volte di scorrere velocemente, per un minuto, sul piano di trasporto, a un’altezza di 350/400 metri di altezza, il fatto diventa un’abitudine. Fabio Boggia, assieme ad Erico Bassetti, è stato uno degli ultimi a sfruttare quel sistema di spostamento anche a causa della manutenzione che diminuiva sempre più.

Conclude raccontando l’aneddoto di una sua zia che gli aveva regalato un cane. Quel lontano giorno, con il cane, decise di attraversare la valle percorrendo il sentiero per andare a mungere le capre sui monti. Terminato la mungitura, ha caricato il contenitore con il latte sul filo a sbalzo, inviandolo verso il paese. Mentre stava ritornando a piedi sulla sponda destra con il suo fedele amico, sentì gridare da qualcuno “l’è nacia la gorda!!!” La fune metallica si era rotta, il cane gli aveva salvato la vita.

GLI AUTORI

Sandro Bassetti classe 1951, pensionato, ex funzionario della Polizia del Cantone Ticino. Appassionato di ricerche storico-fotografiche riferite in particolare alle sue origini della Valle Morobbia, al suo comune di residenza Arbedo e alla Mesolcina che frequenta dal 1973.

Maurizio Petralia classe 1961, funzionario della Polizia del Cantone Ticino. Provetto video amatore e membro attivo dell’ABCD, Associazione Bellinzonese Cine-video autori Dilettanti, ha curato le riprese e il montaggio.

Visita anche Fondazione Valle Morobbia – vallemorobbia.com

Torna al dossier Echi del tempo – Testimonianze della Valle Morobbia cliccando qua.

Archivio Museo della Memoria: MDM0085

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27 febbraio 2021
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