Le informazioni di membri e visitatori sono analizzate in modo anonimo per fornire il miglior servizio possibile e rispondere a tutte le esigenze. Questo sito utilizza anche dei cookies, ad esempio per analizzare il traffico. Puoi specificare le condizioni di archiviazione e accesso ai cookies nel tuo browser. Per saperne di più.
È online la nuova piattaforma nazionale: historiaHelvetica.ch

La testimonianza di Federica Spitzer

1 aprile 1997
RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana

In occasione della mostra svoltasi presso la Biblioteca cantonale di Lugano intitolata «Federica Spitzer. Dal lager di Theresienstadt al rifugio luganese» e curata da Moreno Bernasconi con Luca Saltini, Gerardo Rigozzi preparò questa presentazione:

«Federica Spitzer nacque a Vienna il 14 marzo 1911. Di famiglia modesta, iniziò a lavorare sin da giovane per aiutare i propri genitori. Quando, nel 1938, le truppe naziste occuparono l'Austria, la sua vita cambiò radicalmente. Essendo ebrea subì le conseguenze delle leggi razziali applicate nel Terzo Reich. Riuscì, nonostante tutto, a completare una formazione infermieristica che le garantiva una minima protezione davanti al regime hitleriano. Continuavano comunque i rastrellamenti, fino a quando, nell'ottobre 1942, i genitori vennero convocati per la deportazione a Theresienstadt, una cittadina non lontana da Praga, trasformata dai nazisti in lager, un lager dove venivano rinchiuse soprattutto le personalità del mondo culturale ed artistico. All'interno del campo, le condizioni di vita erano terribili, il cibo insufficiente, si viveva nella costante angoscia di venire convocati per uno dei numerosi trasporti verso i campi di sterminio. In due circostanze Federica Spitzer riuscì a sottrarsi a questo destino, fino a quando, nel febbraio 1945, fu liberata insieme ai genitori e trovò salvezza in Svizzera. Arrivata a Lugano, non se ne staccò più. Nel 1954 ottenne il permesso di domicilio nel cantone Ticino ed iniziò una nuova attività professionale, diventando segretaria personale prima del barone Thyssen - Bornemisza, poi del conte Iván Batthyány e, dal 1963, del noto musicista Hermann Scherchen. Grazie alla sua occupazione, poté entrare in contatto con importanti personalità, quali Hermann Hesse, Robert Stolz, Gian Francesco Malipiero, Otmar Nussio. Le relazioni tessute in questo periodo, le furono utili per l'attività prestata sin dal suo arrivo in Svizzera nell'ambito della WIZO (Women's International Zionist Organisation). L'associazione operava tramite l'organizzazione di concerti e manifestazioni pubbliche di beneficenza e si proponeva di aiutare bambini e donne di Israele e della Palestina. Alla fine degli anni Novanta del Novecento, Federica Spitzer pubblicò il libro-testimonianza Anni perduti (trad. di Moreno Bernasconi, Dadò, Locarno 2000). In questo periodo cominciò anche un'attività di testimonianza nelle scuole ticinesi. Numerosi furono gli incontri che ebbe con gli allievi delle scuole ticinesi: la scuola media "La Traccia" di Bellinzona, le medie di Ambrì, Lugano-Besso, Breganzona, Cadenazzo, Lodrino e il Liceo di Locarno. Federica Spitzer si spense il 25 maggio 2002.»

Questo servizio di Paola Ceresetti andò in onda il primo aprile 1997 al «Telegiornale».

Devi essere registrato in per poter aggiungere un commento
Non ci sono ancora commenti!
21 marzo 2019
320 visualizzazioni
0 likes
0 preferiti
0 commenti
1 dossier
00:02:45

Le nostre vite: un secolo di storia degli svizzeri attraverso le loro immagini

La rete:
Sponsor:
10,863
3,025
© 2024 di FONSART. Tutti i diritti riservati. Sviluppato da High on Pixels.