Divulgare l’informatica nella Svizzera italiana: «Dall’abbaco al computer» (3)
Divulgare l’informatica nella Svizzera italiana: «Dall’abbaco al computer» (3)
Chi cercasse negli archivi della RSI servizi televisivi o radiofonici dedicati alla divulgazione delle conoscenze informatiche, farebbe un’osservazione che meriterebbe una riflessione: alla TV, ci si occupò di questo argomento solo nei primi anni Settanta, nel contesto del programma «Telescuola»; alla radio si dovette invece attendere la fine degli anni Ottanta, quando Vincenzo Masotti curò «Radiocomputer», e il decennio successivo, quando Lorenzo De Carli curò «Nuovo Mondo», descrivendo il rapido sviluppo in corso di Internet. C’è quindi una lacuna di quasi due decenni, durante i quali alla RTSI di allora non ci si occupò di computer e di informatica, se non sporadicamente in qualche servizio del «Quotidiano» o del «Telegiornale».
Siccome la RSI è sempre stata voce e specchio del paese (come recita il titolo di bel libro dedicato alla sua storia curato da Theo Mäusli), un’ipotesi che si potrebbe fare è che, nella Svizzera italiana, vi è stata una lunga diffidenza nei confronti dell’informatica – ciò che spiegherebbe, tra l’altro, il ritardo che ha conosciuto (anche all’interno della stessa RSI) il processo di digitalizzazione dei processi di produzione e di comunicazione. Probabilmente, l’attenzione prestata all’informatica da programmi come «Telescuola» documenta un’attività di ricerca e di sperimentazione di pochi, che i più ritenevano (anche i giornalisti) sarebbe rimasta destinata alla marginalità.
Questa edizione di «Telescuola» andò in onda il 29 marzo 1971. È la terza di tre puntate intitolate «Dall’abbaco al computer», curate da Francesco Canova e Giovanni Zamboni. Argomenti di questa terza e ultima puntata, girata a Bellinzona, Lugano e Minusio sono:
- il centro di calcolo completo al lavoro
- come calcolare la media sul giro in una gara automobilistica
- come nasce la fattura perforata dell'azienda elettrica di Lugano
- come vengono calcolate le imposte al centro elettronico del governo
- come avviene la contabilità automatica in un grande negozio e in un autorimessa
La presentazione dell’intero ciclo e della puntata prima puntata si leggeva a pagina 17 del settimanale «Radio TV», in edicola per la settimana 6 al 12 marzo 1971.
È interessante osservare come questo testo di presentazione cerchi di disinnescare eventuali sentimenti di timore che confronti del computer, sottolineandone gli aspetti pratici. Tre anni prima, era uscito «2001 Odissea nello spazio» di Stanley Kubrick e, nell’immaginario collettivo, il supercomputer HAL 9000 era percepito come una inquietante entità senziente. L’estensore della presentazione di «Telescuola» aveva molto probabilmente in mente quelle descrizioni fantascientifiche del computer che, oggi, sono la nostra IA quotidiana.
Il ciclo di tre emissioni di matematica «Dall’abbaco al computer», vuol chiarire un po’ cosa sia e dove venga applicato il calcolatore elettronico. L’emissione dovrebbe servire a ridimensionare certe immaginazioni astruse o fantascientifiche del «cervello elettronico», erroneamente chiamato tale.
Per studiare e capire il calcolatore è necessario primis tornare indietro e vedere cosa fa l’uomo quando risolve un problema. Gli allievi di una classe di Pregassona, dopo aver ricevuto un problema, discutono e stendono un programma di risoluzione e quindi interpretano il «calcolatore vivente». Nella seconda parte vengono passati in rassegna i diversi organi del computer così come sono realizzati in pratica. Come logica conclusione vengono presentate alcune delle applicazioni più significative, in particolare dal campo amministrativo.
- fatturazione dell’energia elettrica presso l’azienda elettrica di Lugano (circa 50 000 utenti);
- ciclo completo delle imposte cantonali (circa 150 000 contribuenti);
- contabilità (acquisto, vendita e inventario) di una ditta di vestiti e di un’autorimessa.
Lo scopo del ciclo è raggiunto se i telespettatori saranno riusciti a farai un’idea concreta di cosa sia un computer e quando sia conveniente o indispensabile la sua applicazione.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.