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Video 3/8 – Il Consiglio di Stato

12 febbraio 2019
Fabio Dozio e Paul Nicol
Atte-Museo della Memoria

Chiamato in Consiglio di Stato in febbraio del 1968 per succedere a Angelo Pellegrini (1916-1992), che era stato investito da una serie di polemiche che lo portano alle dimissioni, ci rimane fino al 1975.
Di idee aperte governa con Arturo Lafranchi (1914-2003), Bixio Celio (1928-1985), Argante Righetti (1928-2020), e Federico Ghisletta (1907-1989).
Finito nel 1967 il periodo dell’alleanza di sinistra (socialisti e liberali), che aveva emarginato il Partito conservatore (PPD), la politica sfocia nell’intesa dei partiti e Alberto Lepori assume il Dipartimento di Giustizia e Polizia e quello del Controllo, istituzione che verificava la base legale e quella finanziaria di tutto ciò che passava in Consiglio di Stato. Un dipartimento affine al giurista, che si trova bene con i colleghi.

A causa della sua opinione per il mantenimento dello stesso Dipartimento per almeno due legislazioni, rinuncia a ricandidarsi per le successive votazioni, lasciando spazio ai giovani.

Torna al dossier Intervista ad Alberto Lepori cliccando qua.

Archivio Museo della Memoria: MDM0566

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14 gennaio 2022
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00:13:53

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