Il Ticino verso la società informazionale: «Il computer, una realtà» 2
Il Ticino verso la società informazionale: «Il computer, una realtà» 2
Tra la metà degli anni Sessanta e la metà degli anni Settanta, si passò dalla stanza del computer al computer da tavolo – da macchine enormi e ingombranti, ad oggetti che già potevano essere più domesticamente collocati su un tavolo. Ancor prima della nascita di Microsoft ed Apple (1975-1976), c’erano appassionati di elettronica e microcircuiti, che promossero il computer “fai da te”, favorendo il passaggio, all’inizio degli anni Ottanta, dall’home computer e personal computer. Gli anni Ottanta, in particolare, furono un decennio d’oro per la creatività informatica, sia dal punto dell’hardware.
La TSI usò il programma televisivo «Telescuola» per divulgare le conoscenze di base dell’informatica all’inizio degli anni Settanta, producendo tre serie di quattro episodi: «Alla scoperta del computer», «Il computer, una realtà» e «Dall’abbaco al computer». Le basi, dunque; uno sguardo alla produzione, e quindi la storia. Nel frattempo, quella che sarebbe diventata – secondo l’espressione del sociologo Manuel Castells – la “società informazionale”, in Ticino stava prendendo forma laddove erano in uso i grandi computer, ai quali fanno riferimento le puntate di «Telescuola»: gli istituti bancari e l’amministrazione cantonale.
Il documento d’archivio qui pubblicato è la seconda delle quattro puntate del ciclo: «Il computer, una realtà», curato da Giovanni Zamboni per la regia di Francesco Canova.
Andata in onda il 9 ottobre 1972, questa seconda puntata mostra l'uso computer nel contesto delle attività commerciali, in particolare i grandi magazzini, e passa in rassegna i diversi componenti di un calcolatore.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.