Una mostra per Federica Spitzer
Una mostra per Federica Spitzer
Presso la Biblioteca cantonale di Lugano, nell'aprile nel 2007 fu allestita una mostra dedicata alla testimone dell'Olocausto Federica Spitzer. Intitolata «Federica Spitzer. Dal lager di Theresienstadt al rifugio luganese» e curata da Moreno Bernasconi con Luca Saltini, la mostra era così descritta dal direttore della biblioteca Gerardo Rigozzi:
«Davanti alla tragedia dell'olocausto, i sopravvissuti all'orrore si sono divisi tra coloro che ritenevano questa esperienza di dolore troppo grande per essere umanamente sopportata - e in alcuni casi hanno risposto con gesti estremi, come Primo Levi o Bruno Bettelheim - e coloro che invece sono riusciti a trovare una luce, la quale dentro tutto quell'odio ha dato loro la forza di sperimentare l'intensità che la vita può avere. Questo è accaduto a Federica Spitzer, questo ha raccontato sconfiggendo con la sua forza di rilettura l'orrore del Lager. Le scrisse in proposito Viktor Frankl, capofila della terza scuola psicologica di Vienna, suo amico e corrispondente: "Anche in una situazione senza vie d'uscita, confrontati con un destino immutabile, possiamo trovare un senso, possiamo mostrare, testimoniare, di cosa l'uomo è capace, e trasformare così una tragedia umana in un trionfo".
La mostra - curata da Moreno Bernasconi e Luca Saltini - ripercorre la vicenda umana di Federica Spitzer, tentando di mettere in evidenza questa prospettiva, accompagnando il visitatore con la voce della protagonista, che parla attraverso le parole di Anni perduti, raccontando col suo tono delicato il dramma vissuto e la luce che la donna seppe trovare dentro quell'oscurità. L'esposizione prende l'avvio dalla Vienna degli anni precedenti all'avvento del nazismo, per spostarsi poi sulla deportazione della famiglia Spitzer, sulla vita quotidiana all'interno del campo di Theresienstad, fino alla fuga in Svizzera e alla nuova esistenza nel Cantone Ticino. Sono esposti documenti ufficiali delle autorità svizzere e tedesche, lettere, fotografie, oggetti personali, manufatti realizzati nel lager, disegni; materiali, questi, tratti dall'archivio di Federica Spitzer e dall'Archivio Federale di Berna. Il materiale del fondo privato di Federica Spitzer è stato donato alla Biblioteca da Grazia Bernasconi-Romano e Moreno Bernasconi, legati alla donna da profonda amicizia. La Biblioteca cantonale di Lugano ha già avviato il riordino del fondo che sarà presto consultabile presso l'archivio Prezzolini.»
Questo servizio di Alain Melchionda andò in onda il 24 aprile 2007 nella trasmissione televisiva «Il Quotidiano».
Gli intervistati sono Pascal Couchepin e Moreno Bernasconi.

L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.